L’Italia e il rischio infrazione: il problema non è l’Europa – EDITORIALE

Siamo vulnerabili: è la conclusione che si può trarre in breve dal rapporto sul debito pubblico italiano rilasciato dalla Commissione Europea.
38.400 euro per ogni cittadino è il peso del debito calcolato nel solo 2018, una zavorra che unita ad altri fattori frena ogni possibilità di crescita. Risultano evidenti le criticità dei provvedimenti simbolo dell’ultimo anno di governo, da quota 100 al reddito di cittadinanza, che aggravano lo stato già insostenibile dei conti pubblici.

Vignetta di Ingram Pinn per il Financial Times

Lo spettro dell’apertura di una procedura di infrazione a nostro carico ora non è più così lontano, con il rischio concreto di dover sentire nuovamente le grida di chi – pur colpevole – scarica le proprie inique responsabilità sull’Europa e le sue Istituzioni, sommergendole di improperi utili solo ad avvelenare un clima già pericolosamente teso. Si badi però che una simile reazione non sarebbe solo da incoscienti – o un riflesso grottesco tipico “di chi piange sul latte versato” –  ma rappresenterebbe la precisa e strumentale volontà (oserei dire criminale!) di generare e cavalcare malessere, puntando il dito sul nemico di volta in volta prescelto.
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#IdeelibereForEurope🇪🇺 – “Idee e proposte per l’Europa del futuro: come rilanciare il processo d’integrazione europea”

PER REGISTRARSI COMPILA QUI (la partecipazione è libera con registrazione obbligatoria) ➡https://goo.gl/forms/Mke6kfGFzZjh2ABl2

L’Europa Unita è la più grande opportunità della nostra generazione: una comunità unica al mondo di diritti, democrazia e di storiche conquiste civili.
Un sogno, nato negli anni bui del secolo scorso, che oggi appartiene così tanto al nostro vivere quotidiano da correre persino il rischio di essere dato per scontato. Un errore che non possiamo e dobbiamo permettere!
Il progetto europeo, per quanto accaduto negli ultimi anni (vedi Brexit), ha perso la sua dimensione di implicita irreversibilità, rivelandosi forse troppo precario – e sicuramente limitato – per affrontare le sfide epocali richieste dal momento storico di grandi trasformazioni che stiamo attraversando.
Serve dunque un rinnovato e appassionato impegno creativo, per immaginare e costruire l’Unione Europea del prossimo futuro!
È questo il nostro obiettivo, ecco perchè crediamo sia fondamentale coinvolgere in un dialogo critico tutti i cittadini, le imprese, le associazioni, il mondo accademico e istituzionale: per confrontarci insieme su come rilanciare il processo d’integrazione europea.
Vi aspettiamo venerdì 15.03.2019, a Napoli!
#Ricominciamodaqui 💡

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#IdeelibereForEUROPE – Roma, 25 marzo

IdeelibereForEuropeSiamo felici di comunicare che il Movimento Culturale Ideelibere è partner ufficiale dell’iniziativa internazionale #MarchForEurope2017, che si terrà nella città capitolina il 25 Marzo in concomitanza del Consiglio Europeo straordinario riunito in occasione dei 60 anni dei Trattati di Roma.
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#Brexit: disastro politico. Ora l’Ue deve reagire – EDITORIALE

(Editoriale pubblicato anche sull’edizione nazionale del Corriere Quotidiano)

Forse tra gli errori politici più grandi della storia britannica del secondo dopoguerra. Senza mezzi termini, senza valutazioni di comodo, così definirei la scelta di indire il referendum sulla #Brexit in questo specifico momento storico, con i partiti euroscettici in forte ascesa e con un’Ue indebolita dalle tante crisi che negli ultimi mesi hanno messo a dura prova la tenuta democratica e ideologica dell’Unione.
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“Joint Action Plan”: l’accordo UE-Turchia che svende l’identità europea

Da qualche settimana, precisamente il 18 Marzo 2016, è stato siglato un accordo tra Unione Europea e Turchia circa la gestione degli immigrati. E’ ormai noto che la rotta Balcanica sia diventata la strada prediletta di siriani e non per raggiungere l’Europa passando per Turchia, Grecia, Macedonia, Serbia, Ungheria ed Austria, ma la situazione è degenerata da tempo. Troppe le vittime di naufragi a causa delle condizioni climatiche avverse o del pessimo stato delle barche utilizzate per la traversata. Una fuga, a cinque anni dall’inizio del conflitto siriano, che non conosce crisi e che non è più tollerabile.
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