Mahatari – Vittime della mutilazione genitale femminile

“Mi chiamo Mahatari e ho 10 anni. Vivo in Somalia, in un piccolo villaggio. La mia capanna non è tra le più belle, la mia mamma e il mio papà lavorano tutto il giorno e spesso per me e i miei fratellini non c’è quasi nulla da mangiare, ma io sono felice ugualmente. Mi hanno insegnato che quando c’è l’amore della famiglia si può superare tutto, e io sono davvero convinta che sia così. La mia mamma stamattina mi ha parlato di qualcosa di strano, qualcosa che lei vorrebbe che facessi. Mi ha detto che anche lei lo ha fatto alla mia età, che non devo spaventarmi, che lei sarà vicina a me in ogni momento, ma io non sono riuscita a capire bene cosa accadrà. Mi ha detto che sarà qualcosa di molto doloroso, che mi cambierà per sempre la vita, ma mi ha anche detto che lei lo ha fatto, sua madre lo ha fatto, sua nonna l’ha fatto, tutte le donne del villaggio lo hanno fatto, alla mia età. La mamma mi ha anche spiegato che sarà un sacrificio che dovrò fare per il mio futuro: se non le obbedirò verrò allontanata dalla mia comunità, nessuno vorrà sposarmi e rimarrò da sola… no, non voglio, obbedirò alla mamma! Anche le mie amiche faranno la stessa cosa, siamo tutte un po’ spaventate, ma sappiamo che le nostre mamme vogliono solo il meglio per noi.”

Mahatari fa parte dei 3 milioni di bambine sotto i 15 anni che, ogni anno, vengono sottoposte alla mutilazione genitale femminile. In 29 paesi dell’Africa (con una percentuale che tocca picchi del 90% in Egitto e Guinea) ma anche alcuni paesi dell’Asia, dell’Europa, dell’Australia, del Canada e degli Stati Uniti, per ragioni principalmente culturali, le bambine vengono sottoposte a questa pratica, l’infibulazione.
le-mutilazioni-genitali-femminiliL’idea è molto semplice: dopo la circoncisione o la completa eliminazione della clitoride, si passa all’asportazione delle piccole labbra e di parte delle grandi labbra, per poi passare alla cucitura della vulva, con successiva cauterizzazione, lasciando solo lo spazio per la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale. Le ragioni, lo si diceva precedentemente, sono prevalentemente culturali, ma non mancano altre motivazioni. Secondo l’Unicef, che si batte attivamente contro queste barbare pratiche, le ragioni possono essere sessuali (limitazione del piacere), ma anche sociologiche (iniziazione all’età adulta) o sanitarie (i genitali femminili sono considerati come infetti). L’infibulazione, però, non è l’unico tipo di mutilazione genitale femminile riconosciuto: esistono anche la circoncisione (che prevede l’asportazione della punta del clitoride, con successiva fuoriuscita di sette gocce di sangue simboliche) e l’escissione del clitoride (cioè l’asportazione per intero di quest’ultimo, con successivo taglio di parte delle piccole labbra).

Diversi tipi di mutilazione genitale femminile

Diversi tipi di mutilazione genitale femminile

Senza volersi soffermare su quanto inumana sia una pratica del genere, è molto semplice pensare a quali possano essere i problemi a cui le donne vittime di queste pratiche vanno incontro. In primis, i rapporti sessuali sono impossibili fino alla defibulazione, cioè la “scucitura” della vulva, di cui spesso e volentieri si occupa lo stesso marito. Oltre a questo, ovviamente, il piacere nei rapporti è praticamente impossibile da raggiungere tramite orgasmo clitorideo, difatti la cultura di questi paesi impedisce alla donna di arrivare ad un piacere del genere proprio per riservarlo esclusivamente ai rapporti con il marito. In caso di divorzio o morte dello stesso, infatti, si avrà un’ulteriore infibulazione per ripristinare la situazione iniziale. Ovviamente a tutto ciò si aggiunge la ritenzione di liquidi, le infezioni e le cistiti provocate dallo stretto passaggio riservato ai fluidi corporei femminili, che portano, in paesi che sono già di per sé toccati da problemi di mancanza di igiene, a gravi infezioni e anche alla morte della donna. Al momento del parto, poi, si ha la situazione più difficile: il bambino, che deve attraversare una massa di tessuto reso ovviamente molto meno elastico dalla mutilazione subita, rischia non solo di subire danni celebrali a causa della mancanza di ossigeno al cervello, ma anche la morte, a causa della rottura dell’utero che spesso si verifica portando con sé madre e nascituro.

“Oggi è il grande giorno. Ho salutato le mie amiche con un bacio, sarò la prima a farlo e racconterò loro che non è stato poi così doloroso come poteva sembrare. La mamma mi ha pettinato i capelli come piace a me, con quei bei nastrini colorati che utilizziamo solo per le grandi feste. Lei ha gli occhi lucidi, ma si vede che è fiera di me. Quando usciamo dalla porta mi prende la mano, la sua è fredda e un po’ sudata, ma io sono tranquilla. Le mie radici sono queste, la mia cultura è questo e io non devo avere paura. Entriamo nella capanna della levatrice, lei fa nascere tanti bambini, ma aiuta anche noi, ragazzine più grandi, a “lavarci via la vergogna” come dice la mamma, e a diventare grandi. La mamma è un po’ pallida, si siede accanto a me, mi tiene la mano tremando un po’. Adesso la paura sta prendendo anche me: cosa succederà? Farà davvero così male? Cosa succederà dopo? Vedo la levatrice davanti a me, ha qualcosa in mano, sembra un grosso ago. Adesso basta, ho troppa paura. Comincio ad urlare forte, riesco a scappare, ma la mamma mi chiama, urla anche lei e la levatrice mi insegue. Mi dispiace mamma, non voglio, non posso! Non riesco ad uscire dalla capanna,ci sono troppe cose davanti alla porta che non riesco a spostare, riesco quasi ad arrivare alla finestra per saltare giù, ma la levatrice riesce a prendermi. Mi fanno stendere di nuovo e lei si avvicina. No, mammina no, ho paura… ho paura…”

mutilaziMahatari è un personaggio di fantasia la cui storia è ispirata a tante drammatiche testimonianze raccolte (vedi i link in basso). L’infibulazione e le mutilazioni genitali femminili sono una squallida e vergognosa realtà. In questi giorni c’è stata la giornata internazionale contro queste mutilazioni. Pensaci. Pensa a Mahatari e a tutte le bambine che lei rappresenta, pensa a quanto queste culture vogliano sminuire il ruolo della donna, costretta addirittura ad essere mutilata per la sola colpa di essere nata con una vagina. Pensa a cosa può significare una cosa del genere ai giorni nostri.
Pensaci. Davvero.

La storia di Mahatari è ispirata a vicende reali.
Leggi qui http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/18/mutilazioni-genitali-femminili-gloria-ex-mutilatrice-quando-le-praticammo-su-una-bambina-di-9-anni/1843353/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/105000/101632.xml?key=mutilazioni+genitali&first=121&orderby=0che dici?

                                                                                                       Elisa Mormone

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