Corea del Nord – Il Paese sconosciuto che tiene in scacco il mondo

Nell’era della globalizzazione poche sono le realtà ancora sconosciute che riescono a celarsi dietro un muro protettivo. Eppure qualche esempio ancora c’è. Della Corea del Nord, ad oggi, noi conosciamo molto poco salvo quello che è già storia.

Kim Jong-un, attuale leader della Corea del Nord

Kim Jong-un, attuale leader della Corea del Nord

Sorta all’indomani della capitolazione del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, nel lontano 1945, fu il grande Kim II-Sung, nonno dell’attuale giovane leader Kim Jong-un, a prendere la guida del Paese per ben quarantanove anni. Capo della resistenza nordcoreana contro l’invasione giapponese, divenne segretario generale del Partito dei Lavoratori di Corea, nato dalla fusione del Partito Comunista e del Partito neo-democratico di Corea. Dalla sua elezione fino alla sua morte, avvenuta nel 1994, diverse sono state le azioni svolte per aumentare l’alfabetizzazione della popolazione e l’industrializzazione del Paese che in breve tempo crebbe a dismisura.

Diversa e complessa, però, è stata la politica internazionale. Tra 1950 e il ’53, con lo scoppio della Guerra di Corea inizierà un gioco di potere, fatto di accuse, di provocazioni, di alleanze e di colpi bassi che ancora oggi stiamo subendo. La Cina, Paese Comunista, sempre dalla parte del Nord, gli Stati Uniti, manco a dirlo, con la Corea del Sud.

parata militare in Corea del Nord

parata militare in Corea del Nord

I veri problemi sono nati negli anni Novanta quando il governo di Pyongyang ha cominciato i primi esperimenti atomici, inizialmente con il lancio di semplici missili e razzi, poi, ritirandosi dal Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), segno di un concreto interesse nello sviluppo di armi potenzialmente pericolose per l’umanità. Ne è una testimonianza l’ultimo test, effettuato tra la notte del 5 ed il 6 Gennaio di quest’anno, con l’esplosione di una ipotetica Bomba H.

Se questi tentativi siano veri o se si tratti di pura propaganda questo noi non possiamo saperlo. L’opinione pubblica come i governi di tutto il mondo se lo stanno domandando da tempo ormai, ma la politica nordcoreana, sempre molto altalenante sulle sue posizioni, non aiuta la decifrazione. Basti pensare alle ingenti quantità di derrate alimentari fornite dalla Corea del Sud e dagli Stati Uniti ai “fratelli” del Nord dal 1995 fino al 2006 per contrastare la feroce carestia che aveva affamato la popolazione con la promessa di arrestare qualsiasi attività di ricerca sul nucleare e che si è conclusa con un nulla di fatto.

Ciò che verrebbe da chiedersi è se l’immagine che tutti noi possediamo dei questo Paese sia vero o se si tratti di una semplice montatura architettata per screditarlo ai nostri occhi. Senza ombra di dubbio i leader che si sono alternati al potere non hanno brillato per concessione di libertà di stampa e di espressione, organizzando la società in classi (il nucleo, i tiepidi e gli ostili) e categorie (cinquantuno) sulla base della lealtà al regime, instaurando, di fatto, una dittatura che si protrae da decenni. Eppure secondo molti verrebbe da pensare che gran parte di ciò che viene scritto possa essere voluto appositamente per influenzare in maniera negativa l’opinione occidentale. Un esempio possono essere le continue notizie riguardanti i “terribili” sistemi utilizzati da Kim Jong-un per eliminare le figure scomode del regime (Per maggiori informazioni cliccare qui) o, perché no(?), anche il cinema. Basti pensare al film di produzione statunitense di recente uscita (2014) proprio sulla figura del giovane leader coreano, “The Interview”.

Senza scadere nel sensazionalismo, cerchiamo di capire davvero cosa c’è dietro! Come già anticipato, la Cina è storicamente uno degli sponsor più rilevanti. A livello economico è il partner di maggior importanza data la fruttuosa collaborazione tra la Camera del Commercio Internazionale Cinese (CCOIC) e la Compagnia Coreana per lo Sviluppo del Commercio (KOTRA). Sul totale delle importazioni coreane, circa il 70% provengono da questo Paese, incluse quelle relative al trasporto di armi. Oltre a questi guadagni economici un altro elemento di profitto cinese sembrerebbe riguardare la sua posizione sullo scenario internazionale. In questo modo da un lato, infatti, terrebbe in scacco gli USA, dall’altro, sviluppando buoni rapporti con la Corea del Sud, fingerebbe neutralità davanti all’ONU. Purtroppo, però, il doppio gioco cinese pare non piacere troppo al governo di Pyongyang che sta prendendo sempre più le distanze da Pechino.

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Cartina presa da “Limes-Rivista Italiana di Geopolitica”

Cercando un nuovo alleato, Kim Jong-un ha trovato terreno fertile tra gli amici russi. La Federazione Russa sembra infatti interessata ad occuparsi dell’approvvigionamento energetico dello Stato a nord del 38simo parallelo, oltre ad aver già cancellato i debiti accumulati nei decenni precedenti e ad aver messo a punto delle iniziative per migliorare le infrastrutture del nuovo Paese “amico”. (Per maggiori informazioni cliccare qui)

L’ultimo nodo da sciogliere rimane quello degli Stati Uniti. Circa quindici anni fa, all’indomani degli attentati dell’11 Settembre alle Torri Gemelle, l’allora Presidente degli Stati Uniti, il repubblicano George W. Bush, spinto dai “Neocon” (Neoconservatori di orientamento occidentalista, interventista e americanista), aveva dichiarato guerra all’Iraq di Saddam Hussein, accusato di possedere armi di distruzione di massa, di commettere crimini contro l’umanità e di favorire il terrorismo. Sappiamo tutti qual è stato l’epilogo: guerra civile, nessun’arma di distruzione di massa “scovata”, destabilizzazione del medio oriente con la creazione di gruppi terroristici come l’Isis, perdita di prestigio degli Usa sul piano internazionale e nessuna democrazia creata capace di fare da guida agli altri Paesi dell’area.

Forse è per questo motivo che gli Usa tentennano nell’intervenire di fronte ad un’altra minaccia nucleare ed è forse sempre per questo motivo che hanno temporeggiato prima di intervenire in Siria. Il rischio di un’altra gaffe è dietro l’angolo e soprattutto nel caso della Corea del Nord, di cui, torniamo a ripeterlo, si sa molto poco e con totale incertezza, un eventuale intervento avrebbe dei risvolti catastrofici considerate le posizioni di Russia e Cina.

Martina Shalipour Jafari

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