YOUTUBE ENTERTAINMENT: Uno sguardo alle nuove frontiere dell’intrattenimento virtuale

James Wilson ha ventiquattro anni e un lavoro fisso in ufficio. Niente di strano, se non fosse che non è uno dei tanti colletti bianchi del settore vendite, o un impiegato logistica e trasporti.

Il suo ufficio nei pressi di Denver, Colorado, è di proprietà del “Creaturehub”, un team composto da nove membri accomunati dalla medesima scelta di vita: abbandonare casa e lavoro per dedicarsi tempo pieno all’intrattenimento via Youtube. Per la maggior parte videogames, ma anche recensioni di prodotti videoludici e sketches demenziali. Per tutto questo vi è anche una remunerazione in molti casi anche abbastanza cospicua. La figura del “video entertainer” – così come la chiamano negli States – ha segnato un vero punto di svolta nel campo dell’intrattenimento, data la sua estremamente comoda fruibilità grazie a Youtube.

Gli Youtube Studios a Londra

Gli Youtube Studios a Londra

Ma prima di parlare di innovazione, facciamo un passo molto, molto indietro, all’incirca nella seconda metà del quinto secolo, nella quale la vera innovazione erano le tragedie di Euripide. Esse si caratterizzavano per l’estremo realismo, e le vicende erano molto spesso consumate nelle mura domestiche, e si presentavano prive della stessa verve di “ribellione” nella giustizia divina di Eschilo o Sofocle.
Questa disquisizione sulle tragedie euripidee può risultare quanto meno anacronistica e fuori luogo, tuttavia testimonia come i consumatori dei mass media sono tutt’ora affascinati maggiormente in prodotti che mettano in scena il quotidiano e soprattutto la reazione umana, esclusiva ed immediata dinnanzi a tutto ciò che si presenta come nuovo ed inaspettato.
Lungi dal paragonare l’Alcesti ad un ragazzino qualunque che si sollazza sui videogames con una webcam accesa, ma, tralasciando volutamente analisi di natura filologica e comparativa, non si può non ammettere che nella maggior parte dei casi, Youtube si configura come un vero e proprio teatro in miniatura, recluso in una piccola finestra del web.
Non si spenderanno parole per i milioni di utenti sul “tubo” che si destreggiano nell’interpretazione di un brano musicale (nemmeno se quel brano è suonato con un flauto ricavato da una carota), nemmeno per parodie e sketches comici (o presunti tali). Perché almeno da cinque anni a questa parte, il trend più seguito è il cosiddetto “gameplay”.
L’analisi di questa formula sfocerebbe nella definizione di “meta-intrattenimento”. Questo perché il gameplay non è altro che essere intrattenuti mentre l’autore del video è a sua volta intrattenuto.
Solo un pazzo nullafacente, o un appassionato hardcore spenderebbe minuti, ore per video del genere. Tuttavia, il canale con più iscrizioni è proprio a tema videoludico: un ragazzo svedese con oltre trentuno milioni di iscritti , un Guinnes World Record, uno humor di dubbio gusto ed una fama da Hollywood. Felix Kjellberg si è reso famoso per le sue irriverenti reazioni/spaventi giocando a videogame a tema horror. Reazioni che gli hanno fruttato (e gli fruttano tutt’ora), circa otto milioni di euro annui.
Questo lavoro – e prendere la definizione di lavoro con le pinze – è stato trapiantato un po’ dovunque, persino in Italia, che però ha reagito sicuramente non con la stessa risonanza degli Stati Uniti, che comunque conta il maggior numero di Youtubers “professionisti” nel mondo.
Non bisogna nascondere che è comunque un salto nel vuoto: il mestiere di Youtuber richiede comunque talento, una certa abilità nei software di editing video e scadenze abbastanza serrate.
Unica differenza: nessun boss a cui fare riferimento: la sorte dell’entertainer è molto spesso decisa dall’utenza mondiale di Youtube, nonostante capiti che dietro una sola persona, figurino anche aziende del settore televisivo o case di sviluppo videoludico.
Tornando al discorso della remunerazione, lo “stipendio” dell’intrattenitore può essere definito come “indirettamente meritocratico”: più sale il numero degli iscritti, più c’è possibilità che Youtube cominci in maniera effettiva a “pagare” per ogni attività svolta da terzi su canale (click, condivisioni, like etc.).
In seguito, spesso accade che parecchie aziende, inerenti e non al settore informatico e videoludico, propongano di farsi sponsorizzare proprio tramite canali con un discreto numero di iscritti.
Impossibile quindi non notare tastiere dal design futuristico, coloratissime lattine di soda o le shirt che riportano loghi di marchi ben noti. Col tempo inoltre giungono le ospitate in importanti fiere e conventions (Vidcon, PAX, GamesCon, DreamHack giusto per citarne alcune), interviste e articoli dedicati.
L’avvento della sponsorship ha inoltre contribuito all’espansione di un ulteriore forma di intrattenimento assimilabile a tornei di natura sportiva: gli eSports.
Con la sola differenza che gli “atleti” si destreggiano con mouse e tastiera piuttosto che con martelli e giavellotti. Ogni team di videogiocatori professionisti porta spesso nomi riconducibili a marchi del settore tecnologico, e tornei sono sempre seguiti da diverse migliaia di utenti, sia fisicamente agli eventi, sia in streaming su Youtube e Twitch.
Infine, in tempi molto recenti, soprattutto in Italia, Youtube sta diventando un trampolino di lancio per cinema e televisione, testimoniando che la notorietà sul web possa influire anche sui media di “grosso calibro”.
Tutti questi casi sono chiari esempi di come si stia progressivamente evolvendo il mondo dello spettacolo e come si stanno approcciando le grandi aziende verso queste nuovissime frontiere dell’intrattenimento.
A questo punto non possono non sorgere alcuni interrogativi: la chiusura di molti teatri, il calo degli share televisivi è da imputarsi al fatto che il pubblico preferisce un tipo di spettacolo “fast-food”, gratuito, veloce e godibile in qualsiasi momento della giornata? Youtube ha il giusto potenziale per diventare nei prossimi anni, la più grande piattaforma di intrattenimento? O si tratta di un fenomeno del tutto temporaneo?
Non ci resta che attendere l’evolversi di questa micro-rivoluzione che sta andando avanti a furia di click.

Gioacchino D’Antò

© Riproduzione riservata

Share Button
Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *