Stop alle molestie sulle donne in strada: l’ “Hollaback”

Da circa un mese,circolano online dei video riguardanti le molestie che numerose donne, i soggetti tipicamente più deboli, ogni giorno sono costrette a sopportare e, ingiustamente, ricevere. La produzione e la divulgazione di tali video è il resoconto di un esperimento sociale volto a rendere pubblico un fenomeno che oggigiorno non cessa d’esistere, ma che aumenta progressivamente fino a far tornare indietro il Paese,nel nostro caso, l’Italia.

L’iniziativa è tutta newyorchese, promossa appunto da una nota associazione statunitense: l’Hollaback. Ma che cos’è l’Hollaback? Nata nel 2005 nella capitale degli Stati Uniti e diffusa in 26 Paesi e 79 città, è una rete di attivisti che a livello sociale da anni organizza workshop e iniziative di sensibilizzazione sul tema delle molestie in strada. Il progetto nasce grazie al coraggio di Thao Nygen e un gruppo di ragazzi i quali decisero di creare uno spazio su Internet che raccogliesse le storie di donne e persone vittime perseguitate per strada.

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 Anche la sezione italiana Hollaback, fondata nel 2012, è aperta a chiunque voglia raccontare la propria esperienza; analogamente a quella americana, lo scopo di tale associazione è quello di porre fine a questa “cultura machista” che pervade il nostro Paese e non solo, attenuare, dunque, strategie innovative che assicurano un accesso non discriminante agli spazi pubblici. Attraversando i quartieri della “Grande Mela”, una giovane si fa riprendere mentre attraversa la città e pur non attirando l’attenzione di nessuno, è oggetto di commenti poco piacevoli da parte di uomini. “E’ un modo per esercitare il controllo sugli altri facendoli sentire paura o disagio”, dice la Onlus Hollaback. La protagonista si chiama Shoshana Roberts, 24 anni. L’idea del video nasce da Rob Bliss, dalla società “Rob Bliss Creative” che da agosto ha cominciato a collaborare col gruppo Hollaback. Motivo d’ispirazione di filmare una donna mentre cammina per strada è l’esperienza vissuta dalla sua fidanzata, soggetta appunto ad attenzioni non richieste da parte degli uomini. Indossando, infatti, indumenti semplici riceve commenti inopportuni sul suo aspetto fisico, complimenti, fischi, apprezzamenti poco graditi da un centinaio di persone di sesso maschile. E c’è persino chi la segue per ben 5 minuti, in rigoroso silenzio ma imponendo la sua persona, tutti sconosciuti ma la trattano come se avessero confidenza da sempre. E in 10 ore viene molestata per ben 108 volte. Incredibile! A questo punto, di fronte a situazioni di tale sconcerto vengono spontanee alcune domande: In che modo si possono arrestare atti simili? Quali i rimedi? Perché la donna al giorno d’oggi è ancora vittima di comportamenti molesti?

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Sarebbe opportuno approfondire il più possibile la conoscenza di questo fenomeno, è prioritario ed indispensabile, cioè, svolgere, su scala nazionale, una continua opera d’informazione e sensibilizzazione al problema in modo che la vittima possa ritrovare una via d’uscita e possano conoscere le modalità di adescamento e assoggettamento da coloro che compiono molestie. Grazie a numerosi e proficui contributi, la società italiana e mondiale potrà continuare esclusivamente nel suo progresso.

 

   Cleofe Borrillo 

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