Piersanti Mattarella

La Sicilia degli anni 70, 80 e 90 del Novecento è stata protagonista di periodi molto bui legati dalla presenza di Cosa Nostra nel territorio, e dal legame di quest’ultima con la politica. Molti furono gli uomini onesti che in quegli anni persero la vita cercando di perseguire un ideale di giustizia, altrettanto numerose furono le lotte tra i Clan mafiosi del periodo che macchiarono di sangue la splendida regione. Il 13 settembre del 1982, dopo l’omicidio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa e di sua moglie, il governo Spadolini II introdusse nel codice penale italiano l’articolo 416-bis, riconoscendo per la prima volta il reato di associazione di tipo mafiosa. Eppure ciò non bastò: negli anni 90, come tristemente noto, la Sicilia tornò ad essere colpita dalle stragi di Capaci e di via d’Amelio.

Piersanti Mattarella

Piersanti Mattarella

Andando a ritroso negli anni e in occasione della commemorazione della morte avvenuta il 6 gennaio del 1980, è importante ricordare un’altra delle vittime della Mafia, un uomo che cercò di cambiare il sistema per dare una nuova immagine alla sua terra, la Sicilia. Stiamo parlando di  Piersanti Mattarella.

Ma chi è stato Piersanti Mattarella e cosa ha fatto di concreto per combattere il sistema mafioso ? Mattarella, da sempre parte della Democrazia Cristiana, venne eletto presidente della Regione Siciliana nel 1979, precedentemente, durante gli anni 60, era stato nominato consigliere comunale di Palermo. Durante gli anni della sua carica come Presidente della Regione, Mattarella si distinse per le diverse indagini alle quali fece sottoporre molti degli personaggi politici di quegli anni , come ad esempio quella a carico di Salvatore Castro, allora assessore al traffico del comune di Palermo, accusato di turbativa d’asta. Un altro degli scopi perseguiti da Mattarella durante la sua carica fu quello di far sì che il bilancio della Regione fosse presentato nei tempi previsti dalla legge, mettendo fuori gioco eventuali rinvii ed emendamenti. In questo modo, avendo tutto sotto controllo, apriva lo spiraglio ad una politica più corretta e proficua. Piersanti Mattarella cercò di stravolgere la corrotta amministrazione regionale siciliana servendosi di un apparato burocratico efficiente; potenziò l’ufficio ispettorato della regione promuovendo inchieste negli uffici pubblici regionali e comunali per monitorare il complesso e corrotto mondo degli appalti; chiese inoltre un intervento forte e decisivo da parte dello Stato Italiano contro la Mafia, che in quegli anni (70-80) diveniva sempre più prepotente e forte. Ma c’è chi decise che tutta questa chiarezza, questa legalità, questa “efficiente pignoleria”, fosse scomoda ed in particolar modo poco redditizia. Il 6 gennaio del 1980, a Palermo, in via Libertà ,un sicario pose fine a tutti i seccanti intralci assassinando l’allora Presidente della Regione che si trovava in auto con la famiglia per recarsi come d’abitudine alla messa domenicale. Per l’omicidio di Mattarella furono condannati all’ergastolo i principali membri di Cosa Nostra tra cui : Rina, Provenzano e Greco, ma il presunto killer non è stato tutt’ora identificato.
La sua figura rimarrà nel tempo indelebile, il suo modo di fare politica è vivo ed attuale più che mai, la speranza che qualcuno segua le sue orme non deve spegnersi.

Chiara Gennari

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