Lo Schiaccianoci: un “classico” intramontabile

Sulle meravigliose note di Pëtr Il’ic Čajkovskij, tra il famoso valzer dei fiocchi di neve e quello magico dei fiori, anche quest’anno, puntuale come una ricorrenza, si apre il sipario del Teatro San Carlo di Napoli con lo “Schiaccianoci”, balletto principe delle festività natalizie.
Caposaldo del balletto ottocentesco, debuttò il 5 dicembre del 1892 al Teatro Marijnskij di San Pietroburgo, imponendosi, da allora, come uno dei balletti più amati di tutti i tempi.

Una fiaba sulle punte che con le sue magiche e dolcissime atmosfere ha il potenziale di nutrire e appagare gli animi sotto le soavi e ormai popolarissime melodie del grandissimo compositore russo, sottolineando, al contempo, l’aspetto favolistico del racconto. Non a caso, nel corso della magistrale  partitura c’è l’uso importante di nuovi strumenti (il glockenspiel e la celesta) che conferiscono meglio il tono di leggenda, di fiaba, appunto, quei suoni che hanno circonfuso l’opera intera e il balletto di una luce celestiale e abbagliante.

Una storia incantevole che, attraverso l’illusione, affascina i più piccoli e non solo, in un giorno di festa, di gioia, caratterizzato da un unico desiderio: quello di diventare grandi e di realizzare i propri sogni. Un’immersione nell’onirico popolato da amore e fantasia e che ha il grande merito di separarci dalle miserie quotidiane e regalarci per qualche ora serenità e spensieratezza. Niente di più auspicabile e appetibile. Lontano da trame complicate e introspezioni psicologiche oscure,infatti, lo “Schiaccianoci” altro non è che l’esaltazione e la celebrazione della tradizione del Natale con la sua atmosfera familiare e festosa in cui si proiettano la gioia dei bambini e la serenità degli adulti. Come diceva George Balanchine: “Lo Schiaccianoci” è uno dei più bei doni della danza, non soltanto per i bambini ma per chiunque ami l’elemento magico del teatro: ha un incanto  perenne che non dura solo i giorni di Natale ma tutto l’anno.”

Un appuntamento irrinunciabile che il pubblico partenopeo sa accogliere al meglio ogni anno, facendo registrare “sold out” ripetuti e dimostrando che il “classico” non stanca mai. Un grande successo che ha lasciato spiazzati tutti gli spettatori; scroscianti e ripetuti applausi hanno infuocato la platea ancor prima che si concludesse l’ultima scena dello spettacolo. Il sogno di Clara, protagonista del racconto di Ernest Theodor Amadeus Hoffmann, farà sognare ad occhi aperti un po’ tutti, vivendo con lei mille avventure, passando da foreste incantate a regni bizzarri, incontrando i più svariati e divertenti personaggi.

Alessandro Macario e Anbeta Toromani

Alessandro Macario e Anbeta Toromani

L’allestimento del San Carlo della nuova stagione del balletto classico si è avvalso della coreografia e della drammaturgia di Lienz Chang, sulla scia della “coppia d’oro” Marius Petipa e Lev Ivanovche ha rimesso in forma il vigoroso Corpo di Ballo del  Teatro San Carlo in maniera davvero eccelsa non stravolgendo l’impianto originale dell’opera. La trama anticipa in qualche modo il balletto psicologico del Novecento focalizzando maggiormente l’attenzione sull’aspetto sentimentale di Clara, rappresentata dalla splendida Sara Sancamillo (Candida Sorrentino nel secondo cast) che, nel primo atto,  ha sfoggiato tutta la sua bravura con eleganza e tecnica audace nel fluire dei suoi movimenti.  Nei ruoli principali del primo cast ricordiamo Anbeta Toromani, nel ruolo della Fata confetto (Claudia d’Antonio nel secondo cast) ci ha manifestato, con le sue linee mozzafiato, tutta la sua immensa delicatezza ricoprendo un ruolo arduo tecnicamente. Bella, aggraziata, dolce in ogni passo, ha danzato con la sua immancabile professionalità e sensibilità nell’interpretazione regalando toccanti emozioni. Al suo fianco Alessandro Macario, suo patner nonché compagno di vita,  primo ballerino ospite del Teatro San Carlo nel ruolo di  Principe di zucchero (Salvatore Manzo nel secondo cast), ha catturato la scena con la sua solidissima tecnica, frutto di anni e anni di lavoro e sacrifici, sicuro di sé, con “pirouettes” e imponenti salti, non delude mai nella resa scenica superando le aspettative di tutto il pubblico.

Un occhio di riguardo merita anche l’orchestra del Teatro San Carlo, diretta dall’applauditissimo Nicolae Moldoveanu che ha dato prova della sua consueta bravura nell’esecuzione musicale, così come il Coro di Voci Bianche diretto da Stefania Rinaldi. Meravigliosi i costumi di Giusy Giustino e le scene di Nicola Rubertelli.

Un vero e proprio successo coronaLo Schiaccianocito da numerosi applausi da parte del pubblico napoletano e non (sempre più numerosi i turisti in sala), per l’ottimo lavoro svolto e l’impegno dimostrato dalla compagnia. Un impegno che va giorno per giorno premiato, per offrire ai giovani artisti di oggi un futuro migliore e  la possibilità di realizzare i propri sogni.

                                                                                           Cleofe Borrillo

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