IRRATI e la discriminazione territoriale

Applicare le regole: è questo che fa la differenza nella società, è questo che fa la differenza in un campo di calcio. Una sola persona può garantire tutto questo in uno stadio: l’arbitro; una sola nella società: il giurista. Ebbene questa volta ci troviamo di fronte a un connubio perfetto: Massimiliano Irrati, avvocato di professione e arbitro dal 1996, una persona che ha fatto delle regole la sua vita.

Non poteva dimenticarlo Irrati il 3 febbraio scorso, durante Lazio-Napoli, quando ha sospeso temporaneamente la partita per i continui cori razzisti indirizzati da una parte della tifoseria laziale a K.Koulibaly e ai napoletani. Sembra quasi una decisione semplice, sicuramente inaspettata visto che da tempo la rassegnazione a certi comportamenti sembrava aver preso il sopravvento.

Invece Irrati ha dimostrato di conoscere bene la disciplina riguardante questo tipo di accadimenti. L’articolo 14 delle Regole disciplinari dell’Uefa dispone infatti che incorre in una sanzione «chi insulta la dignità umana di una persona o di un gruppo di persone in qualsiasi modo, inclusi il colore della pelle, la razza, la religione o l’etnia». Già da maggio 2013 l’UEFA ha poi inasprito le pene per i casi di razzismo negli stadi prevedendo: avvertimenti, sospensione o interruzione della partita a causa di cori o “buu” razzisti; chiusura del settore da cui i cori provengono (se si tratta della prima volta), oppure dello stadio intero (dalla seconda volta); 10 turni di squalifica per i giocatori colpevoli di gesti o insulti razzisti.

L'arbitro Irrati sospende la partita a causa dei cori razzisti pronunciati contro K.Koulibaly e i tifosi napoletani

L’arbitro Irrati sospende la partita a causa dei cori razzisti pronunciati contro K.Koulibaly e i tifosi napoletani

Bisogna però aggiungere che nei regolamenti Uefa si parla di discriminazione, ma non c’è la dicitura “territoriale”. Le singole federazioni hanno tuttavia la libertà di introdurre nuove tipologie, proprio come fatto dall’Italia.
La Federazione italiana giuoco calcio (Figc) ha per l’appunto modificato il codice di giustizia sportiva, che ora, al punto 11, comma 1, recita: «Costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine territoriale e/o etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori».

logo-respect-uefaAl di là delle sanzioni previste dai codici, la sospensione della partita ha rappresentato un tempestivo e diretto stop all’incresciosità di certi atteggiamenti, portando Irrati a diventare idolo di colleghi e tifosi stanchi di chi non onora il famigerato comandamento proclamato dall’ UEFA: RESPECT.

Il fischietto toscano, comunque, in occasione dell’incontro tra arbitri, allenatori e capitani, avvenuto oggi (8 febbraio 2016) allo stadio Olimpico di Roma, quasi si sorprende per gli elogi: “Mi fa piacere che i complimenti vengano per una causa buona, perché è giunto il momento di stroncare in modo deciso certi atteggiamenti. Io ho dato il mio contributo in questa direzione, ma ho fatto solo il mio dovere, come avrebbero fatto anche tutti gli altri arbitri”.

Giuseppe Palombo

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Stadio S.Paolo - Napoli (7.02.2016) Manifestazione di solidarietà a K.Koulibaly da parte dei tifosi del Napoli dopo i cori razzisti dell'Olimpico.

Stadio S.Paolo – Napoli (7.02.2016) Manifestazione di solidarietà a K.Koulibaly da parte dei tifosi del Napoli dopo i cori razzisti dell’Olimpico.

 

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