“Ragionevolezza” e senso di responsabilità per uscire dalla crisi – EDITORIALE

(Editoriale pubblicato anche sull’edizione nazionale del Corriere Quotidiano)

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Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il risultato referendario, proiettato inopportunamente in un contesto politico tutt’altro che lineare, ha dato avvio ad una stagione di profonda incertezza che, considerati gli equilibri in campo e il particolare frangente storico, può annoverarsi credo tra i momenti più delicati della seconda Repubblica. Il Presidente Mattarella, impegnato in queste ore in colloqui difficili con le parti politiche, ha poche concrete soluzioni da poter vagliare e tutte verosimilmente di rottura data l’ostilità di chi con strumentale miopia e non poca incoerenza, tra volgare populismo e toni violenti, grida senza sosta alle elezioni anticipate. Il risultato di queste consultazioni è bene invece sia ispirato da “ragionevolezza”, che non può voler dire in nessun caso –  per chiare ragioni tecniche e politiche – “voto subito”.
La discussione sui problemi della legge elettorale non può infatti essere né rimandata ad libitum né oggetto di trattazioni superficiali, ed è importante evidenziare come andare alle urne in queste condizioni significherebbe proprio perpetuare l’instabilità trasversalmente denunciata e causa dello stallo di oggi. Ecco perché scegliere deliberatamente la strada del voto immediato – nell’egocentrica speranza di una presunta vittoria (di Pirro) – vuol dire mostrare un’imperdonabile mancanza di responsabilità politica che nessuno slogan populista o esercizio di becera retorica può nascondere o giustificare.
L’Italicum, al netto di ogni valutazione inerente presunti vizi di legittimità costituzionale – su cui si pronuncerà la Corte a Gennaio e già di per sè sufficiente a dare forza a queste considerazioni – si mostra inadatto a poter riflettere in un adeguato impianto rappresentativo il complesso e variegato quadro sociale del nostro Paese, a mio avviso lontano dalle realtà cui questa legge fa esplicitamente riferimento per obiettivi e premesse. Sarebbe dunque opportuno trovare l’accordo per un governo di scopo, di struttura politica e sostenuto da una maggioranza composita, che con grande senso istituzionale sappia discutere di un nuovo sistema elettorale, maggiormente calzante non ad interessi di parte ma alla fotografia reale del Paese, e che sia in grado di affrontare con autorevolezza le tante sfide che caratterizzeranno il 2017 in campo europeo e internazionale.

Ciò che dunque i cittadini dovrebbero chiedere con forza è che le parti politiche accantonino strategie e calcoli mostrando per una volta  lungimiranza. È ora che si capisca che “ragionevolezza” e senso di responsabilità significano stabilità, la stessa che per vie errate si intendeva perseguire con la riforma costituzionale, ed è bene che chi oggi ha il fardello di esprimere un parere potenzialmente decisivo ne tenga conto, sia esso Renzi, Grillo, Berlusconi o Salvini.

Salvatore Salzano

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